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Film spirituali

Alla ricerca di un'identità -
Celebrato a Roma il Festival di cinema spirituale "Tertio Millenio"

Di Miriam Díez i Bosch

   

ROMA, lunedì, 17 dicembre 2007 - Il presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali dà il benvenuto al cinema che affronta "la crisi esistenziale" e la conseguente "ricerca di un'identità da parte dell'uomo contemporaneo".

L'Arcivescovo Claudio Maria Celli lo ha detto inaugurando a Roma il Festival di Cinema Spirituale "Tertio Millenio", giunto alla sua XI edizione, accompagnato da un congresso che questa volta ha voluto approfondire il tema "Identità e disgregazione" e affrontare la questione della crisi dell'uomo contemporaneo attraverso il cinema e i documentari.

Nel suo intervento, nella Sala di proiezioni Trevi di Roma, il presule ha ricordato come il cinema sia "la ragione dell'esistenza" del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, nato nel 1948 come Pontificia Commissione di Consulenza e di Revisione Ecclesiastica dei film a soggetto religioso o morale.

Dopo aver ricordato " la costante attenzione del magistero per il cinema", monsignor Celli ha sottolineato come il cinema continui ancora oggi a "rappresentare un testo complesso della contemporaneità che, muovendo da intenzioni differenti da quella pedagogica, vuole comunque porsi come occasione importante di confronto e di crescita". 

Secondo monsignor Celli il cinema, "nei casi migliori", è capace di un "alto voltaggio morale".

Riferendosi concretamente all'iniziativa del Festival del "Tertio Millenio", che ha il sostegno del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali e del Pontificio Consiglio per la Cultura, oltre ad essere organizzato dalla fondazione "Ente dello Spettacolo"(www.cinematografo.it), monsignor Celli ha detto che le pellicole proposte riescono a " manifestazione che realmente riesce a dare il senso di un cinema portatore e propugnatore di valori, che incentivi il dibattito sui grandi temi del nostro tempo". 

Per l'uomo a cui Benedetto XVI ha affidato la pastorale delle comunicazioni nel mondo, la riflessione sulla realtà porta "inevitabilmente" a interrogarsi sull'uomo e sulla "frammentazione della sua identità".

"L'epoca attuale è caratterizzata da contrasti ideologici, mancanza di certezze materiali e morali, conflitti bellici che minano profondamente l'individuo sino ad annullarne le certezze", ha osservato. 

"Lo sfaldament o dell'identità, minacciata contemporaneamente da fattori interni ed esterni, costringe tuttavia l'uomo a ricercare con maggiore forza e dolore il senso intimo delle cose oltre che della propria esistenza".

Dopo aver ricordato come i mezzi di comunicazione forniscano l'immediatezza e la conoscenza di ciò che accade nel mondo, l'Arcivescovo Celli ha riconosciuto che "la distruzione dell'ecosistema" o "la tragedia del Darfur" in Sudan non sono realtà che possono essere ignorate. 

La globalizzazione permette di "conoscere felici realtà accanto a tragedie umane intorno alle quali governi, regimi o semplicemente potenti multinazionali preferirebbero il silenzio".

In questo contesto, "non c'è dubbio che il cinema sia il medium che negli ultimi anni si è assunto l'onere di restituire gli avvenimenti dopo averli analizzati, sondati, compresi, resi intelleggibili a tutti".

Tra i film del Festival, spicca "Alexandra", del russo Aleksandr Sokuyrov, che al Festival di Venezia ha vinto il Premio Robert Bresson. La pellicola, ha osservato monsignor Celli, illustra "da una prospettiva inconsueta" la situazione socio-politica della Cecenia.

Il presule ha auspicato che il Festival contribuisca alla "diffusione di una produzione cinematografica dal più alto contenuto morale".