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Le qualità del cinema secondo mons. Foley
di apic/imedia/ami/pr
Il presidente del Pontificio Consiglio per la comunicazione sociale, mons. John Foley, ha presentato il cinema come un mezzo ideale per combattere l'odio, il razzismo e l'intolleranza religiosa.
Il prelato americano è intervenuto il 15 novembre 2006 in occasione della 10ª edizione del festival internazionale del cinema spirituale "Tertio Millennio" organizzato a Roma sul tema della "cospirazione del silenzio". "La dignità dell'uomo non deve essere mitigata, non può essere ridotta, e, tuttavia, ciò avviene attorno a noi, da vicino o da lontano, ogni volta che il silenzio si abbatte, impietoso, sulle sofferenze dell'umanità, a causa degli interessi più elevati, dell'intolleranza o della prevaricazione", ha affermato mons. John Foley. Il presidente del Consiglio per le comunicazioni sociali ha allora presentato il cinema come il mezzo di comunicazione. "al quale si può affidare la memoria storica di tutte queste realtà dimenticate o uccise". Ha pure sottolineato "il potere straordinario dell'immagine", qualificandolo come "linguaggio universale" che sa arrivare al cuore e non può lasciare indifferenti".
Mons. Foley ha allora auspicato che le giovani generazioni, "che amano molto il cinema", possano imparare per mezzo suo "quanto l'odio sia pericoloso, quanto il razzismo sia inaccettabile, quanto l'intolleranza religiosa sia distruttiva". Egli auspica che i giovani scoprano così "tutte le realtà storicamente e geograficamente lontane da loro e che hanno ridotto l'uomo, distrutto i suoi sogni e le sue aspirazioni annullandone la dignità", e siano così spinti a "impegnarsi perché tutto questo non abbia a ripetersi".
"La diffusione capillare dei media unisce il mondo in una comunicazione globale che abbatte le distanze di luogo e di tempo", ha costatato il prelato americano, notando che questo "impedisce di dire «non lo sapevo»". Il cinema, ha affermato, è dunque "un'eccellente opportunità (se usato con responsabilità e rispetto), che occorre non lasciarsi sfuggire", in quanto "può divenire un altoparlante capace di espandere su tutto il pianeta la voce di coloro che sono oppressi, voci che rimangono spesso inascoltate".
"Il silenzio", ha ancora precisato mons. Foley riferendosi al tema del festival, "si trova in tutte le parole che si vorrebbero dire e che, al contrario, rimangono inespresse". Esso risiede, ai suoi occhi, "in tutte le verità che si vorrebbero proclamare e che, al contrario, sono uccise" o ancora "da tutte le grida contro l'ingiustizia che dovrebbero mettere in movimento i cuori e che, al contrario, li rende inerti". Il presidente del Pontificio Consiglio per la comunicazione sociale si augura che questo silenzio sia "infranto per diffondere il grido dell'umanità, per dare la parola ai deboli ed ai poveri che hanno ormai perso ogni speranza".
Da parte sua Benedetto XVI ha indirizzato un messaggio ai partecipanti del 10° festival del cinema spirituale organizzato a Roma dal 14 al 19 novembre dai Pontifici Consigli per la cultura e per la comunicazione sociale. Il papa ha auspicato che questa iniziativa "susciti un dialogo rinnovato e fecondo tra la fede e la cultura per favorire la solidarietà e la pace".
Apic, giovedì 16 novembre 2006